oggi ripensavo alla statua della libertà, alle diverse emozioni provate ogni volta nel guardarla. La prima volta non si dimentica mai, ero ormai da dieci giorni a New York, in questa città particolare per il suo caos e quel suo via vai frenetico che improvvisamente spariscono all’ingresso di immensi parchi dove la pace ed il silenzio regnano portandoti in un altro mondo.
mi consigliarono di vedere la statua della libertà dal Staten Island Ferry un traghetto statale gratis che trasporta i passeggeri continuamente da Manhattan a Staten Island. Il viaggio dura circa 30 minuti e fatto al tramonto è qualcosa di veramente spettacolare. il lento traghetto passa silenziosamente vicino alla Statua mentre il sole tramonta ed il cielo si tinge di giallo, arancio e rosa. da lontano quel simbolo di cui tanti parlano, che si vede nei film e nelle foto improvvisamente ti osserva, scruta le tue emozioni, è lì che fiera simboleggia l’America, la sua patria d’adozione, risplende nel mare e ai suoi piedi anche le barche a vele sembrano solo dei piccoli puntini dispersi nelle acque che lei domina in modo regale. Quel tramonto rimarrà per sempre impresso in quegli occhi increduli di una ragazza che sognava di vedere l’America e che finalmente era riuscita ad andarci. Ma con il passare del tempo la vita ti cambia, si cresce ed anche la percezione del mondo è diversa, le emozioni sono diverse.
Quando tornai a Manhattan erano passati un bel po’ di anni, ormai non ero più una studentessa, e l’America l’avevo girata pian piano. L’occasione si presenta alle porte quando uno scalo tecnico a JFK mi fa pensare e se tornassi di nuovo a NY? d’altronde c’e sempre qualcosa da scoprire e così decisi di fermarmi lì per tre giorni, troppo pochi per allontanarsi da Manhattan abbastanza per vivere quella vita newyorkese fatta di feste sui roof dei grattacieli e di aperitivi sul lungomare. Ero di nuovo lì, come non poter andare a Liberty Island? mi diressi verso Battery Park ed acquistai un biglietto per il tour che porta prima a Liberty Island e poi ad Ellis Island.
Devo dire che la statua della libertà vista da vicino è tutt’altra cosa, non c’è più il panorama a fare da sfondo, i colori del cielo non l’avvolgono più in un manto dorato ma il suo colore risalta ancor di più.
L’effetto della salsedine sul ferro, che l’ha resa verde sembra fatto apposta, quegli occhi che prima erano così lontani ora sono vicini, perfetti, si riesce a vedere quel dolce volto e i capelli raccolti, ci si sente come un bambino innanzi alla madre che quasi vuole accoglierti tra le sue braccia. Essere talmente piccoli, non arrivare neanche al pollice del piede di questa immensità è qualcosa che ti lascia senza fiato!
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