Quando si chiede ad un turista straniero qual è il luogo più bello dell’Italia i più romantici rispondono Roma forse perché ispirati dal film Vacanze Romane; altri più nostalgici pensano subito a Sorrento, al suo mare, il relax delle sue spiagge ma quello su cui sono tutti d’accordo è che un pezzo di storia è stato letteralmente conservato a Pompei ed Ercolano.
la scorsa estate ero in spiaggia e vidi una ragazzina americana costruire un piccolo vulcano di sabbia, porre un foglietto di carta ardente all’interno e chiamare la madre dicendo “mummy look Pompeii’s eruption”. rimasi colpita poiché lei che poteva avere al massimo 12 anni e straniera, era stata lì ed io che ho vissuto per una vita in Italia non ci ero mai stata. l’opportunità è arrivata quasi per caso, un invito di un vecchio amico colto al volo, un’esperienza immaginata che diventa realtà. Sottolineando che ero partita un po’ scettica per tutto quello che si sente dai media ultimamente devo dire che è stata una visita bellissima.
Vuoi il fascino di una grande luna piena che diffondeva una luce bianca tra gli scavi in tufo, vuoi le luci soffuse che illuminavano le domus, sono rimasta incantata da queste città. nonostante siano molto diverse non solo per i reperti ritrovati, ma anche per lo stato di conservazione (poichè Ercolano è stata sommersa improvvisamente dalla lava che ha mantenuto anche la componente organica intatta mentre a Pompei le ceneri ed i lapilli hanno distrutto tutto) sono molto simili per alcuni aspetti.
Entrando nella città, sui grandi basalti si incomincia un viaggio nel passato, in un altro mondo dove le strade erano larghe e i marciapiedi molto alti, forse per far passare facilmente i carri, larghe strade fanno posto a case strutturate in modo del tutto differente alle nostre. Visitare gli scavi di Ercolano lascia stupefatti per la loro bellezza, conservazione e suggestione. Sembra che da un momento all’altro le persone possano uscire dalle case e riversarsi per le strade.
quello che mi ha particolarmente colpito sono state le porte, molto più basse rispetto alle nostre, quasi ci si doveva piegare per entrarci e poi le finestre molto grandi e soprattutto sviluppate anche verso il basso erano più che altro delle grandi aperture per permettere agli ambienti di comunicare tra loro e all’area di passare da una sala all’altra.
inutile dire che anche gli affreschi si sono mantenuti benissimo, molti appaiono quasi intatti e ancora più strabilianti i reperti ritrovati in una bottega: olive, pane, il legno bruciato delle porte di duemila anni fa è ancora li…
Nelle botti si può vedere ancora il colore del vino, a terra per le strade i lapilli.
Tutto li vi incanterà, tutto è conservato quasi congelato nel tempo per permettere a noi eredi della grande storia di poter conoscere a meglio i nostri avi. Inoltre pensare che quella città una volta affacciava sul mare che oggi invece quasi si vede da lì fa capire come il tempo possa cambiare tutto, come il passare degli anni renda ogni luogo diverso e nuovo agli occhi di chi lo vede dopo tanti. sicuramente un luogo incantato da vedere almeno una volta nella vita…
ma ora lascio che le foto parlino per me.. ogni immagine racchiude in se emozioni che non sempre possono essere spiegate a parole.
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